Il wabi sabi è una filosofia giapponese, non ha un riscontro sulla vera traduzione del termine, ma viene spiegato attraverso esempi per rendere migliore la nostra vita in tutta la sua imperfezione. Il libro ci da dei piccoli suggerimenti per vivere appieno anche le cose che possono sembrare banali ai nostri occhi. Dalla bellezza interiore a come rendere la casa davvero nostra; dall’approccio al lavoro ai rapporti interpersonali. La nostra vita è perfetta nella sua imperfezione. Riscoprire il valore dei gesti quotidiani. Fermarsi, rallentare. Un carpe diem senza avere l’ansia di farla ad ogni costo. Semplicemente, fare e non fare. Fare cose che ci fanno stare bene, riscoprire, da un mettere su il pentolino per i tè e assaporalo mentre si scrive o si fa qualsiasi altra cosa. Ritagliarsi i propri spazi, ritrovarsi mentre fuori, il mondo corre. Fare di tutte le imperfezioni della nostra esistenza un punto di forza, scoprire che siamo perfetti così come siamo. Tutto ciò fa in modo che possiamo ritagliarci i nostri spazi senza avere quel senso di colpa per le cose non fatte. Semplicemente, forse non ci potevano far star bene. Per noi occidentali è visto come una montagna insormontabile, ma poi nella nostra esistenza ci ritroviamo a fare sedute di psicoanalisi. E allora, non è meglio prendere delle sane abitudini e vedere anche in una tazza di caffè o tè mentre lavoriamo al pc, un gesto semplice che rende questo spazio solo nostro? A noi tutti: buon wabi sabi!
Elena Antonini