Violeta nasce nel 1920 in piena pandemia della “spagnola” ed è l’unica figlia femmina di una famiglia borghese, i Del Valle, (cognome usato anche per il romanzo di successo La casa degli spiriti) che vive nella parte settentrionale del Cile. Isabel Allende attraverso la sua protagonista, racconta cento anni di storia cilena e mondiale. Dalla crisi economica causata dalla “spagnola”, a quella finanziaria della Grande depressione del 1929, alla dittatura di Pinochet fino alla democratizzazione del Cile dei giorni nostri ma con l’avvento purtroppo di un’altra pandemia. Violeta racconta al proprio nipote Camilo la vita della sua famiglia. Essa è protagonista attiva degli eventi, tra matrimoni, amori dolorosi e impossibili. Violeta è una donna forte, intraprendente, anticonformista nell’epoca in cui vive. Sfida gli uomini e il patriarcato, diventa un’imprenditrice ma non ha la passione politica per comprendere appieno i cambiamenti sociali e politici del suo paese. Solo grazie a suo figlio Juan Martin, giornalista politicamente attivo, si avvicinerà in età matura alla lotta per i diritti delle donne. In quest’ultimo romanzo della scrittrice sudamericana, lo sfondo ambientale ricorrente è il Cile e l’ambientazione storica principale è la dittatura di Pinochet. Anche se apparentemente i suoi romanzi possono sembrare tutti identici in qualche modo per le sue tematiche ripetitive, personalmente amo molto le opere di Isabel Allende. Il suo stile narrativo, la sua qualità nella scrittura scorrevole e coinvolgente ne fanno un marchio di fabbrica unico ed inconfondibile.
Ed. Feltrinelli
Antonio Martino