“Rossella, provando un’emozione che le era quasi estranea, comprese che togliersi dal cuore torturato il peso che l’opprimeva sarebbe stato un gesto di schietto egoismo. Si sarebbe scaricata del suo peso deponendolo nel cuore di una persona innocente e fiduciosa. Il debito di gratitudine verso Melania per la sua coraggiosa difesa non poteva essere pagato che con il silenzio.” Mi sono appassionata dalla prima pagina a questo romanzo che ha come protagonista una ragazza poi donna, che altri non è che una bambina alla disperata ricerca di un porto sicuro. Sullo sfondo della guerra di secessione americana, ad Atlanta, Rossella O’Hara cerca di sopravvivere al conflitto e poi alla ricostruzione, dimostrando una tenacia e una testardaggine uniche. È vanitosa, frivola, viziata, odia le convenzioni sociali, a volte è materialista, ma è vera, autentica, non costruita. Si intuisce conoscendola nel corso della sua storia, un animo in realtà fragile e soprattutto spaventato. La sua folle paura della “tempesta” la spinge a cercare il riparo che erano stati i suoi genitori durante l’infanzia, nei luoghi sbagliati: si illude di trovare sicurezza nei soldi, nell’infatuazione adolescenziale per Ashley, nell’affermazione in una società meschina e corrotta del dopoguerra. A causa di questa sua affannosa ricerca, si è persa gli affetti più autentici e non ha riconosciuto il suo vero porto sicuro, se non quando forse è troppo tardi. Le sue illusioni e la sua rabbia le hanno fatto perdere di vista ciò che davvero era importante. Proprio come una bambina, però, lei anche all’ultimo crede di poter riconquistare il vero amore, perché, dopotutto, “domani è un altro giorno”. E come una bambina io, che mi sono ritrovata spesso in Rossella O’Hara, voglio sperare che il finale aperto sia indizio di un finale positivo per lei. Consiglio vivamente la lettura di questo classico americano che ci permette di conoscere una parte di storia statunitense tratteggiata dall’autrice in modo particolareggiato, eppure non noioso: è capace di immergerci nel clima di tensione del tempo, tra guerra civile, razzismo e Klu Klux Klan. Ha vinto il Premio Pulitzer e ne è stato tratto l’omonimo kolossal, tra i più visti della storia del cinema, che ho visto non appena ho finito di leggere il romanzo.

Alessandra Micelli