Cosa dire riguardo un capolavoro che già si presenta da solo? L’epopea vissuta da Rossella O’Hara durante la guerra di secessione americana è conosciuta globalmente da tutti, complice il film prodotto negli anni ‘30 che ha consacrato il romanzo a caposaldo della letteratura americana. È un volume mastodontico che nonostante la mole (circa 1100 pagine) leggi voracemente senza accorgertene, con una scrittura limpida, snella, mai banale. Pieno di descrizioni di luoghi, di vestiti e di personaggi, spicca il personaggio volitivo, egoista, egocentrico e fiero di Rossella, immatura sedicenne. Lungo tutto il romanzo assistiamo alla sua crescita, che avviene lentamente e in maniera oscillante, come una barca sbatacchiata avanti e indietro; così come sarà il suo rapporto con Tara, con Rhett e con Melania. La scrittrice ci descrive talmente bene i nostri protagonisti che presto diventano come parte della famiglia, reali, come se fossero persone in carne e ossa. Unica pecca forse: un finale un po’ precipitoso, secondo i miei gusti. Attenta e curata è la descrizione storica della guerra, delle battaglie e soprattutto della ricostruzione post-bellica negli stati del Sud, dove è ambientato il romanzo. Il libro è proprio invecchiato bene, e quanto mi mancheranno tutti loro.
Luana Indelicato