“Venne alla spiaggia un assassino” è il nuovo romanzo di Elena Stancanelli, un racconto diretto, come un pugno nello stomaco. Elena decide di affrontare un’ avventura che non sembra fare per lei, ma decide di provarci per ribellarsi. Contraria alla ferocia dei ministri e politici di turno, che sfruttano il tema dell’ immigrazione per propaganda, si imbarca su una ONG per salvare vite e raccontarci la sua esperienza. Stila una sorta di diario di bordo, racconta delle donne e degli uomini dediti al salvataggio, ci illustra le leggi vigenti in materia di soccorso in mare, riporta le testimonianze e i dolori vissuti da chi affronta il viaggio della speranza. Scopo di questo testo è fare chiarezza; cito: “ stiamo facendo una terribile confusione tra colpevoli e innocenti. A volte è difficile capire da che parte stare, altre è facilissimo”. Il testo non mi è parso particolarmente scorrevole, alle volte è stato faticoso stare dietro alla mole di informazioni tecniche. Tuttavia, il suo spirito agguerrito e tenace, convinto di fare la cosa giusta, ti guida pagina dopo pagina. Il suo progetto vuole arginare rabbia, violenza e ignoranza e riesce a dimostrarlo fino alla fine, con sangue freddo e determinazione. Discreto lo stile di scrittura, ma promosso a pieni voti l’intento e le riflessioni proposte.
Federica Catania