Siamo nella Milano di inizio anni ‘60. Il lettore viene catapultato in un’Italia che non c’è più, a mio avviso non senza una certa malinconia. Siamo in un’Italia composta, all’inizio di un forte boom economico. Ci sono le automobili di lusso, la gente si veste bene e con una certa eleganza che purtroppo abbiamo perso negli anni. Ci sono le belle e ricche pasticcerie che profumano di caffè e dolci e ci sono i ristoranti dove la sera in terrazza si balla il liscio abbracciati. Nonostante ciò, le tematiche trattate da Scerbanenco qui e nelle altre sue opere non sono assolutamente obsolete, ma piuttosto terribilmente attuali. Venere Privata è il primo di una serie di romanzi che hanno come protagonista Duca Lamberti un ex medico radiato dall’albo. Quando Lamberti esce di prigione dove ha scontato una pena per aver praticato l’eutanasia viene contattato da un ingegnere Pietro Auseri che lo vuole a lavorare per se per una questione sua privata. Il figlio Davide Auseri è alcolizzato. Gravemente alcolizzato. Il padre ha provato tutto quello che poteva per farlo smettere, dalla comprensione alle botte, ma non ha ottenuto assolutamente niente. Questo è l’ultimo tentativo. Duca deve stare con il ragazzo 24 ore su 24 e farlo smettere di bere. Lamberti accetta e capisce fin da subito che dietro il forte bisogno di bere di Davide c’è ben altro di una semplice dipendenza. Entra così in scena una morte: la morte di Alberta Radelli avvenuta circa un anno prima. Pare che Alberta si sia suicidata tagliandosi le vene, ma siamo sicuri che sia andata veramente così?! Duca Lamberti aiutato da Davide inizia a indagare e quello che scoprirà è talmente attuale da lasciare quasi sconcertati. Per me Scerbanenco è stata una piacevolissima scoperta, è il padre del noir italiano e merita di essere approfondito.
Valentina Fontana