“Slim lanciò a George un’occhiata che lo passò da parte a parte. – Non ce ne sono molti che vanno in giro a lavorare in coppia, – scherzò. – Non so perché. Forse in questo dannato mondo ognuno ha paura dell’altro.” George Milton e Lennie Small sono due braccianti, due amici, con un sogno: comprare una terra fertile da coltivare e in cui allevare qualche animale, per costruire la loro casa e il loro futuro di pace. George si prende cura con fermezza e dolcezza di Lennie, un gigante buono con la mente di un bambino. Nonostante la fatica e l’impegno, i due non riescono a realizzare i propri desideri in un mondo in cui l’unico destino possibile è fatto di meschinità e solitudine. Il romanzo, scritto in modo semplice e pieno di dialoghi, è indimenticabile e tocca corde profonde della sensibilità del lettore. I due protagonisti, con i loro limiti e il loro percorso già segnato, entrano nel cuore. Il ritratto triste e malinconico della società che Steinbeck denuncia, a me ha destato un sentimento contrario alla rassegnazione: combattere per cambiare, provare a accorgersi dell’altro, chiunque esso sia, e a dargli valore.
recensione di @ilibridiBoccadoro (instagram)
Dopo aver frequentato la Stanford University senza mai laurearsi, compare sulla scena letteraria con opere minori finché non raggiunge la notorietà con Pian della Tortilla (1935) a cui seguono molti romanzi racconti e saggi tra cui Uomini e topi, La lunga vallata, Furore – opera grazie a cui Steinbeck riceve il Premio Pulitzer -, La luna è tramontata, La valle dell’Eden, Quel fantastico giovedì, Viaggio con Charley. Nel 1962 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura.