Ho trovato questo libro in un punto di “booksharing”; nonostante il titolo è un testo ‘casto’, invece è una ricerca psicologica. Sabine è una giovane francese, attrice di teatro che si è trasferita a New York negli anni 40 in cerca di un ruolo ben definito come donna, scrittrice e commediante. E’ una donna fragile, molto nervosa, sposata con Alan, uomo paziente molto innamorato che lei ricambia, ma nello stesso tempo non si lascia scappare l’occasione di avere altre relazioni maschili. Ciò non fa bene al suo animo agitato e per trovare conforto e sollievo e capire i suoi problemi, contatta una specie di psicologo telefonico il quale possa spiegare i suoi comportamenti, le sue inibizioni, il suo intimo disagio. Questa fantomatica figura le dice che quanto le accade è frutto di quello che successe e si trascina forse dall’infanzia e dalla giovinezza. Questo la spinge a provare le sensazioni in tutti i campi del suo vivere ed affrontarli all’insegna del massimo piacere. Ma non tutti i piaceri la ricolmano di altrettanta felicità: in realtà ciò che accade a Sabine è quanto successe all’autrice durante tutta la sua esistenza. Gli chiede se sia il suo dover agire sempre conformandosi alla realtà delle attese altrui la molla di conoscere, avere fantasie e desideri che finiscano per avere conseguenze devastanti lasciandole vuoto e tristezza. Infatti al termine di ogni avventura lei ritorna all’ovile dal suo paziente compagno Alan. Questo personaggio “tipo telefono amico” che entra a forza nella sua vita le spiega i complessi di colpa e di angoscia attraverso le sue esperienze: ha conosciuto oltre il bravo Alan, il tedesco Philip che per lei rappresentava la libertà vera; poi in teatro un suonatore di colore Mambo e il suo tamburo, cioè la possibilità della passione; un’altra volta John il quale portava ancora addosso ferite di guerra che continuava a patire e sopportare ; e Donald rappresenta l’adulto, l’amante e figlio. Con ognuno di loro si è comportata secondo la situazione ma da ognuno di loro ne è scaturita solo ansia e senso di colpa. Una Sabina differente ogni volta che in realtà non ha mai amato, ha provato ad amare attraverso il desiderio che non è amore come nemmeno l’illusione di esso. Lei era stata come una farfalla posatasi ma senza lasciare il ricordo e la traccia di sé, né loro altrettanto a lei. E allora la voce dello psicologo le dice che in realtà l’unica persona che lei veramente ama è il marito, il porto sicuro come la notte che lei adora quando l’avvolge con i riflessi della luna, ma è la difesa contro il suo timore della morte ch’è l’opposto del suo ‘piacere’.
Maria Cisonna