La prigionia, le torture inenarrabili inflitte ad Alekos Panagulis sono descritte dalla Fallaci con puntuale precisione, è impossibile non avere davanti agli occhi quel corpo martoriato che si piega mille volte al dolore, senza mai vacillare nella convinzione delle sue intenzioni. La forza dell’idealismo di quest’uomo si scontra con le mille contraddizioni della sua personalità, del suo vivere quotidiano. L’amore folle per la libertà lo rendono un compagno difficile, che l’autrice non accetta mai completamente, pur restandogli accanto. Oriana Fallaci, è un fiume in piena, inarrestabile, passionale, instancabile nel voler analizzare ogni aspetto di ciò che racconta: offre al lettore una storia vera, autentica in cui chi legge non fa fatica a ricostruire una storia che sia oggettiva nella sola soggettività di chi l’ha vissuta in prima persona. E’ il suo modo di riportare in vita un uomo che, mentre aveva accanto, non ha compreso fino in fondo, non ha amato fino in fondo. Ma, con la lente dell’esperienza, col bagaglio degli anni vissuti accanto a un uomo che ha scritto la storia del suo paese, tutto le appare chiaro. La passione di Alekos per la sua causa non c’è più, ci sono pagine pazienti che le restituiscono il ritratto di un uomo che si può amare solo idealmente. “Un uomo” è il romanzo che Alekos stesso avrebbe dovuto scrivere, è la sua storia, la sua autobiografia. La storia di Panagulis comincia con la maschera da terrorista calata sul viso, nell’attentato a Georgios Papadopulos, fallito miseramente. Ed è proprio questo che molti ricorderanno, il terrorista che non riuscì a far scoppiare le bombe, l’uomo che come tanti altri non ebbe pietà di un altro uomo. Ma Oriana, “incaricata” dallo stesso Panagulis, ci propone gli anni della vita del “terrorista” colmi di sfumature capaci di farci levare quella maschera dal volto di Alekos e mettere su la trama dei suoi ideali fomentati dal rifiuto per un regime dittatoriale e guidati dal forte spirito democratico ma soprattutto libero. Non si risparmia nel descrivere il carattere di un uomo che, dopo aver subito torture di ogni sorta e genere, si affaccia alla vita con la sfacciataggine di uno scolaro ribelle. O forse Alekos era sempre stato così, un ribelle. Un uomo ribelle, ribelle per sua natura, nella quale è lampante e profonda la vena poetica, la vena filosofica, la voglia di sviscerare la vita. Oriana incontra Alekos nel 1973, ed è lei stessa a descrivere la nascita del loro legame, che chiamare amore sarebbe quasi riduttivo. Spesso si serve della metafora di Don Chisciotte, definendo lei stessa come Sancho Panza. Si definirà inoltre pedina, ingranaggio, parte integrante del meccanismo che avrebbe portato Alekos fino alla morte, quasi senza poter sfuggire al destino. Ed Oriana ce lo racconta forse nel miglior modo con cui si possa raccontare la vita di “un uomo”.
recensione di Giuseppe Romito
- EAN: 9788817077668