“ – Credi che Ragazzo Pesce vorrà farci da guida? – chiese Mack a Lizzie. – Sembra proprio di sì. – – Ma non ha chiesto niente in cambio. – – No. – Lizzi guardò i due giovani che cavalcavano fianco a fianco. – Non lo indovini? – chiese. – Oh! – esclamò Mack. – Pensi che sia innamorato di lei? – – Penso che voglia passare con lei ancora un po’ di tempo. –

Ci risiamo: ho letto questo romanzo di Ken Follett e ne sono rimasta completamente affascinata. L’autore è stato capace ancora di tenermi incollata alle pagine. Siamo nel XVIII secolo e Mack McAsh, un minatore scozzese, sfida il sistema che lo rende ingiustamente schiavo di una potente famiglia inglese di proprietari terrieri. Riesce a scappare dalle miniere in cui centinaia di persone vengono sfruttate senza diritto, ma il suo desiderio di libertà e giustizia lo caccia nei guai ancora una volta e viene deportato in America come schiavo. Grazie alla propria tenacia, Mack non si arrende e proverà di nuovo a ottenere la tanto agognata libertà. Una delle tante capacità di scrittore del mio Ken preferito, ☺️ è sicuramente l’attualizzazione dei suoi personaggi che, nonostante vivano in epoche sempre lontane dalla nostra, sentiamo vicini. I loro sentimenti, le loro personalità e anche i loro difetti riescono a conquistare sempre e comunque il lettore. Un luogo chiamato libertà è un romanzo relativamente breve e scorrevole: un libro da non farsi mancare!

 

@ilibridiBoccadoro ( instagram)