Rosamond è una giovane infelice, che vive da sola con il nonno infermo in una casa isolata in Inghilterra. Rosamond non va d’accordo con il nonno e sogna di fuggire lontano e di vivere avventure talmente grandi da poter competere con quelle delle eroine protagoniste dei romanzi che abitualmente legge.
Un giorno uno sconosciuto compare alla porta della solitaria dimora. E’ Philip Tempest, il ricchissimo proprietario dello yatch “Circe”, splendidamente ancorato al porto.
Per una serie di combinazioni, che evito di sottolineare per non spoilerare, Rosamond parte con il terribile e falso Tempest.
I primi tempi sono felici, ma poi Rosamond scopre le bugie dell’uomo. Quando capisce che tutto il suo mondo si regge su un castello di bugie, decide di fuggire.
Inizia così il lungo inseguimento a cui fa riferimento il titolo, un inseguimento che si trasforma in un incubo. Quando Rose pensa di essere in salvo, ecco ricomparire l’inseguitore, che non mostra alcun segno di pietà.
Il libro mi è piaciuto molto. Tiene il lettore sempre in costante tensione per il modo in cui tratta il tema dell’ossessione amorosa, tema tra l’altro molto attuale.
Eppure c’è qualcosa che non riesco a “perdonare” all’autrice, un episodio che, calato nella tragicità dell’opera, mi è apparso comico e, quindi fuori contesto.

recensito da Anto Spanò