“ –Perché?– chiese. – Perché non l’hai fatto? – Perché sono così giovani, pensò, perché sono giovani e innocenti e non vogliono uccidere me. Perché sarebbe stato un assassinio. Ma soprattutto… – Perché hanno una madre – disse.” Non avevo mai letto nessun libro ambientato in Afghanistan nel periodo della guerriglia contro l’invasione sovietica degli anni ’80. Ero dubbiosa di questo sfondo, che conosco poco e non immaginavo adatto a una storia appassionante. Eppure, nell’inferno delle battaglie, della povertà e della paura che hanno caratterizzato quel periodo e quel luogo, Ken Follett ha saputo costruire la trama interessante e indimenticabile di “Un letto di leoni”. Jane, una donna inglese, sensibile e coraggiosa, Jean-Pierre, un medico francese il cui padre faceva parte della resistenza contro i nazisti e Ellis, un americano inquieto, sono i tre protagonisti che si ritrovano in Afghanistan, ognuno per le proprie motivazioni segrete. Storia d’amore e avventura sono le chiavi del romanzo che risulta avvincente e non scontato. A differenza degli altri libri di Follett che ho letto, in questo caso ho un piccolo appunto da fare: ad un certo punto c’è una scena erotica molto spinta. Di solito nei suoi racconti, i momenti di intimità non sono mai risparmiati, ma sono inseriti armonicamente nel racconto; in questo caso, a mio parere, non era necessario scendere così nel dettaglio… insomma, mentre leggevo ho pensato: “anche meno!”. Ed è la prima volta che mi succede con quello che credo di poter considerare il mio scrittore preferito. Il ricordo che mi lascia questo libro è comunque molto positivo!
Alessandra Micelli