“«Perchè stai piangendo?». Glielo disse. «Mia cara, devi essere una donna incredibilmente felice se ti devi inventare le cose per piangere».” Ho terminato la saga dei Cazalet e, come con tutte le saghe che si rispettino, quando si leggono gli ultimi capitoli si è combattuti tra la curiosità di vedere come va a finire e il desiderio di non terminare il racconto per non dover salutare i personaggi che ormai sono diventati vecchi amici. Lo sapete, questa saga mi ha conquistata gradualmente: piacevole l’inizio, grandioso il continuum. Il finale è stato all’altezza di questo crescendo, anche se forse è molto veloce nella successione delle vicende. Ormai i personaggi che raccontano e si raccontano sono tanti: per lasciar spazio a tutti (ormai siamo alla terza generazione dei Cazalet), la narrazione ha subito una bella accelerazione e i capitoli di questo ultimo libro sono dunque molto brevi. Vi consiglio davvero di leggere la storia di questa famiglia inglese, che parte nel primo libro dagli anni appena precedenti alla Seconda Guerra Mondiale e arriva nel quinto alla fine degli anni Cinquanta. Vi affezionerete ai suoi componenti e a coloro che vi gravitano intorno. E vi ci affezionerete nonostante tutto! La Howard insegna a conoscere il passato, i traumi e le motivazioni di ognuno, andando a scavare nel profondo del loro animo. Facile dunque per il lettore comprendere, capire e sentirsi vicino ai Cazalet, un gruppo di parenti che riescono a parlarsi realmente, senza nascondere, senza aver paura di ferirsi, solo alla fine della storia…
Alessandra Micelli