Ho trovato la lettura di questo romanzo accattivante. Auster gioca con il lettore e lo catapulta in un turbine di sentimenti. Il libro è suddiviso in tre racconti ambientati tutti a New York. Si parte con una telefonata che arriva nel bel mezzo della notte a Daniel Quinn, scrittore di romanzi polizieschi. Questa chiamata in realtà sarebbe dovuta arrivare a Paul Auster, investigatore privato. Daniel, nonostante ciò decide di prendere le sue sembianze e di assumere il caso. Da qui parte un moltiplicarsi di situazioni al limite del surreale. Nel secondo racconto abbiamo come protagonista un altro investigatore privato. I protagonisti della narrazione si mescolano tra loro con i propri racconti all’interno della storia come fossero scatole cinesi. La cosa che balza agli occhi è che tutti i personaggi hanno nomi di colori e i fatti principali si svolgono ad Orange Street. Nell’ultimo racconto conosciamo due amici d’infanzia, un giornalista ed uno scrittore, che si perdono di vista crescendo. Lo scrittore scompare e attraverso la moglie dà l’incombenza al giornalista di esaminare i suoi scritti e pubblicare le sue opere solo se le troverà valide. Da qui si sviluppa una serie di eventi. Il giornalista si sentirà sempre più coinvolto fino ad arrivare a sostituire il suo amico scrittore. Un romanzo che mi ha coinvolto dalla prima all’ultima pagina, un viaggio disarmante in una New York insolita. Auster ha avuto il potere di ipnotizzarmi con la sua scrittura e mi ha fatto piacevolmente perdere nelle storie narrate. Buona lettura!
Giusy Aloe