“E quando l’amica le aveva chiesto come fosse questo padre, lei le aveva passato un foglio che le faceva da segnalibro e le aveva mostrato il ritratto che gli aveva fatto da bambina. Un viso tondo, i capelli come raggi tutto intorno. «Era un sole, Caterina», le aveva detto.” “Torpedone trapiantati” è un concentrato di ironia e lacrime che si legge tutto d’un fiato. Come vi ho già detto nelle mie stories qualche tempo fa, leggerlo mi ha ricordato guardare una di quelle commedie italiane, stile “Benvenuti al Sud”, che ti regalano risata mentre si affrontano temi importanti. In questo libro, l’argomento principale è il trapianto degli organi che diventa una seconda occasione di vivere e l’importanza della donazione come gesto estremo di generosità. Protagonisti sono un gruppo eterogeneo di sardi che hanno in passato avuto il dono del trapianto. Decidono di organizzare una gita insieme ad alcuni dei loro famigliari e l’escursione che avviene non senza difficoltà e piccoli reati, è l’occasione per raccontare le malattie dei trapiantati, i loro interventi, la vita e la morte dei loro donatori. Ogni trapiantato ha una propria personalità e un passato particolare, ma sono accomunati dal comune desiderio di vivere, di riscattarsi, di non sprecare la loro seconda (e probabilmente ultima) possibilità. Tutto ciò, viene trattato dall’autore con un sorriso sulle labbra: 140 pagine di risate e divertimento misti a magoni e qualche lacrima.
Alessandra Micelli