Giorgio La Ferlita, frequentando la mondanità fiorentina, incontra una donna affascinate, che lo colpisce non poco. Si tratta di Nata, una contessa russa malata di tubercolosi e stabilitasi a Firenze per sfuggire al gelo del paese natìo. I due cominciano a frequentarsi, ma il loro rapporto, pur molto profondo, non va mai oltre l’amicizia; entrambi cercano di mantenere le distanze pur rendendosi conto che l’amicizia non è sufficiente. Ad un certo punto la donna torna in Russia e Giorgio si sposa e costruisce una famiglia con Erminia, ma… Nata aveva già annunziato per lettera che sarebbe un giorno tornata a morire dove lui si fosse stabilito. Ed è così che vanno le cose. Quando la morte si avvicina, Nata e Giorgio si rincontrano. Per lei, Giorgio trascura la famiglia, ma a causa di un grave avvenimento, si rende conto delle sue mancanze e rinuncia a rivedere l’affascinante contessa. Ma un ultimo commovente “incontro” sarà organizzato dal destino… E’ strano pensare che questo breve romanzo sia stato creato da Giovanni Verga! In fondo abbiamo studiato tutti che egli era un verista, quindi uno scrittore che metteva nero su bianco ciò che lo circondava: povertà, lavoratori umili, tragedie familiari, la provvidenza divina… Ed è questo che ci aspettiamo di trovare nei suoi romanzi. Qui è tutto un altro “mondo”. Ma è senz’altro un bel mondo!

Anto Spanò