Pietro Moroni e Graziano Biglia sono i protagonisti di questa vicenda tanto stramba quanto appassionante. Pietro è un ragazzino di dodici anni, figlio di un pastore violento e di una madre depressa, trascorre le sue giornate in compagnia di Giulia, amica bellissima, benestante e sicura di sé. Pietro è il bersaglio preferito dei bulli di Ischiano Scalo, che approfittano del suo buon cuore per maltrattarlo e ridicolizzarlo. Le vicende di Pietro si intrecciano con quelle di Graziano, un quarantenne che vive di illusioni, di rientro a Ischiano dopo una pessima esperienza in compagnia di una soubrette fallita. Ed è quando Graziano sembra finalmente deciso ad appendere il cappello al chiodo per iniziare una relazione sincera con Flora, la bella e misteriosa insegnante di Pietro, che il suo ego lo scaraventa nuovamente nelle grinfie della tentazione. In un crescendo narrativo che parte da una trattazione quasi scherzosa e che spesso, all’inizio, spingerà il lettore a chiedersi che genere di storia stia realmente scorrendo, pagina dopo pagina “Ti prendo e ti porto” via acquista una potenza narrativa toccante e palpabile, così evocativa da poterla sfiorare con le dita, conquistando il lettore con la tridimensionalità dei suoi personaggi e dei loro sentimenti. Solo alla fine si capirà il vero motivo di quelle poche parole che danno forma al titolo, e ci sarà da piangere di commozione e di speranza. Per Pietro, per Giulia, e anche per Graziano. Da non perdere.

Stefania Russo