Il sottotenente Gustl (Gustavo) ha deciso il giorno giusto per tirarsi un colpo di pistola e morire con onore! Ma prima di mettere in atto la decisione, raduna tanti argomenti che gli ronzano nel cervello su cui è necessario discutere bene. Tutto è successo in un attimo senza che lui potesse rendersi conto! Era a teatro ad assistere ad un oratorio grazie ad un biglietto regalatogli dal suo collega Kopetzsky la cui fidanzata vi cantava. In realtà, distratto e annoiato, ha solo guardato con attenzione tutte le giovani donne in sala commentando le loro grazie. Al termine del concerto, tutti gli spettatori si sono alzati, affollandosi verso il guardaroba e spingendo malamente senza riguardo al proprio vicino. Proprio a lui capita di scontrarsi con un omone di sua conoscenza, che lo urta con violenza e al suo cortese richiamo di “stare attento”, il panzone reagisce invitandolo al “silenzio” e mette la sua manona sull’elsa della sciabola del tenente. Alla reazione di sorpresa del giovane, l’uomo fa la mossa di tirarla fuori, minaccia di spezzarla “in due” e mandare i pezzi al “reggimento”. Da quel momento inizia il tormento interiore di Gustl nel terrore che qualcuno abbia sentito o visto quanto accaduto nel teatro in grado di disonorare la sua persona e la divisa. Non può un fornaio rozzo e invadente rovinarlo nella carriera e tra le persone che lo conoscono in società! La mente del giovane sottotenente mette tutto il suo passato, presente, conoscenti, amiche, amanti, superiori in discussione! Qui l’autore, usando la tecnica del “monologo interiore”, permette al personaggio di esaminare e controllare se ci siano di sicuro dei doveri o degli impegni da portare a termine prima di porre in pratica quanto è deciso. Spesso però viene preso dal dubbio se uccidersi sia proprio necessario per lavare l’onta, se l’onda c’è stata! Oppure se nulla o nessuno abbia saputo dell’accaduto o visto, converrebbe meditare meglio sul da farsi prima di attuarlo? Per fare tutti questi ragionamenti all’uscita dal teatro si avvia verso il Prater, è stanco, senza rendersi conto di essere a digiuno, in un luogo deserto, di notte, seduto su una panchina, Lì, sfinito dai ragionamenti, presto si addormenta svegliandosi il mattino dopo sorpreso di non essere rientrato, cosa grave, in caserma. Ritorna a pensare se qualcuno piangerà, si dispiacerà, riderà della sua scelta. Intanto la data il 5 aprile si avvicina e Gustl sente il bisogno di scrivere delle lettere d’addio, lasciare i suoi beni, saldare il debito di gioco….A quel punto tutto il suo proposito gli diventa sempre più strambo! Ma perché nel frattempo non fare colazione con caffellatte e cornetto dal signor Rudolph nella Ringstraße? A stomaco pieno si ragiona meglio! In realtà il suo comportamento è tipico di un uomo meschino, pauroso, decadente come la Vienna “fin-de siècle”, vuoto nell’anima e rivestito solo di una divisa sgargiante fatta di lustrini e sciabola. Il finale della storia sarà sorprendente, sconvolgendo tutti i ragionamenti fatti nell’arco di 24 ore. Per sapere come termina dovrete semplicemente leggerlo e vi piacerà decisamente!
Maria Cisonna