Una storia scritta intorno ad un uomo buono e pacifico che si fa i fatti suoi e viene involontariamente coinvolto in una situazione al di fuori di sé che riesce a gestire in un primo momento, ma poi gli scappa di mano. Pereira è il nome portoghese dell’albero delle pere e fa il giornalista. Anzi faceva il cronista e al termine della vita attiva, era andato in pensione riservandosi una stanza del suo giornale per continuare la sua professione. Si è inventato co “scrittore di necrologi dei poeti e letterati che starebbero per morire” detti i ‘coccodrill. Inoltre è bravo e apprezzato traduttore di racconti sempre di autori francesi che lui ama particolarmente. Ma un giorno nella sua vita capita un giovanotto che vuole anche lui scrivere e a cui affida senza capire perché ‘sostiene’ la funzione di comporre al suo posto questi necrologi e commenti che cestina sempre in una cartella. In realtà il giovane cerca scampo dalla possibilità di essere arrestato per motivi politici. Tutto il resto della storia è il coinvolgimento nella sua vita di avvenimenti legati alla situazione politica nel Portogallo dell’epoca e della dittatura 1938. È una storia che si legge dolcemente, in maniera fluida e tenera specie quando entriamo nell’intimo della sua vita, di quello che fa, mangia, ma soprattutto l’antico Amore per sua moglie al cui ritratto parla e parlerà ricevendo sempre la stessa risposta cioè il suo sorriso! Ho apprezzato ritornare a passeggiare per Lisbona! Quando è terminato, mi è dispiaciuto tanto! Ciao Pereira!
recensione di Maria Cisonna