La trama è interessante: un uomo, durante un viaggio in treno, racconta allo sconosciuto che gli sta al fianco la tragicità del proprio matrimonio. Un matrimonio fatto di litigate e di riappacificazioni passionali, di figli messi al mondo per perpetuare la specie, di preoccupazioni per le malattie più o meno banali, ma soprattutto, un matrimonio caratterizzato dal tarlo della gelosia e da considerazioni maschiliste sul ruolo della donna in famiglia e in società. Capisco che il contesto storico è diverso da quello in cui vive un lettore del XXI secolo, ma il personaggio maschile l’ho proprio trovato fastidioso e troppo concentrato su considerazioni filosofiche un po’ spicce. Ammetto, però, che la lettura è stata un crescendo di tensione, che poi è culminata nel tragico epilogo preannunciato quasi alle prime pagine, ma aspettato con ansia e “assaporato con gusto”.
Anto Spanò