Il professor Roberto Raspelli, giunto ai 60 anni, si rende conto di aver perso l’entusiasmo per l’insegnamento, così decide di optare per il pensionamento, di abbandonare la città e la casa in cui ha vissuto per tanti anni con la moglie Eleonora e di trasferirsi in un piccolo paesino dell’Emilia Romagna in solitudine, lontano dal cento abitato. Il paesino è piccolo; lì tutti si conoscono e l’attività principale degli abitanti è decisamente il pettegolezzo. I luoghi in cui si concentrano le chiacchiere sono tre: il bar in piazza, il negozio della parrucchiera e il forno di Nunzia. A parte le chiacchiere, il paesino è abbastanza tranquillo, ma un giorno qualcuno invia delle lettere anonime che invitano gli inquirenti ad indagare sulla morte di due persone che sono state legate, a titolo diverso, ad una donna rumena trasferitasi nel paesino da qualche anno e mai accettata da nessuno. A lei non si accenna usando nome o cognome, ma nel migliore dei casi la si definisce “la straniera” o altrimenti le si rivolgono epiteti ingiuriosi e di cattivo gusto. In paese arriva ad indagare il dottor Mori… COSA NE PENSO IO: Il libro è strutturato in modo abbastanza particolare: ogni capitolo è suddiviso sempre in tre parti, nella prima si descrive l’indagine di Mori e i suoi incontri con gli abitanti del paese, la seconda parte è un lungo brano tratto dal diario del professore appena morto e l’ultima parte ci catapulta al forno di Nunzia tra i pettegolezzi sussurrati a mezza voce. Questa struttura è molto accattivante e mi ha conquistata fin da subito perchè permette di tenere “sott’occhio” la stessa situazione da tre punti di vista assolutamente differenti e, ognuna di esse aggiunge un qualcosa in più…E’ possibile ricostruire sia le dinamiche di paese, che la vita antecedente del professor Roberto con tutti i suoi complessi aspetti psicologici. L’unica cosa che non mi è piaciuta è il fatto che il colpevole sia assolutamente individuabile a diversi capitoli dalla fine. Questo, per un giallo, mi sembra una pecca non da poco conto!
Anto Spanò