Sabba
Scosta la tenda damascata e obsoleta,
streghe a seni nudi intorno al fuoco
celebrano il sabba del pensiero libero
oltre la collina addormentata.
Se buio intimidito verrà a nascondere
la mia carne abbandonata
o la tua bocca sulla mia schiena
osa allora con le mani
rendermi la pelle libera dalle parole.
È innaturale il linguaggio dell’amore
non ci somiglia nel bisogno di definire
quello che siamo fuori dal suo confine.
Degno di noi sarebbe darsi l’uno all’altra
per singole parti di un insieme senza nome.
Sarà notte anche domani
– non essere triste se non mi ritrovi
fra i visi dai contorni chiari –
ci sorprenderà di nuovo avvinghiati
il sonno nella nostra casa di nebbia
esposta ai venti, con le finestre schiuse
su occhi stellati e ciechi.
Mirela Stillitano
Ph. Magdalena Russocka