Vi vorrei proporre la lettura di due racconti di Anton Čechov del periodo della maturità, che toccano il tema dell’amore. Nel primo “La signora col cagnolino” il protagonista è un uomo di nome Dmitrij Gurov, un banchiere di Mosca, sposato e padre di tre figli. L’uomo, maschilista, un farfallone, donnaiolo senza scrupoli, infatuato di sé, capace solo di incontri rapidi, fugaci, di avventure senza memoria, incontra in vacanza una donna giovane, bella, candida e inesperta, di nome Anna Sergeevna. All’uomo prende il solito uzzolo, e Anna diventa la nuova facile conquista. È in gioco il suo capriccio, ma non tutto accade come lui si aspetta, perché le cose a volte non vanno come al solito. L’uomo trova nel suo cuore un assillo, parole sconosciute, sogni, l’inedito battere del suo cuore. È un coinvolgimento nuovo, l’ignoto, un’inimmaginabile prima volta «…e solo adesso che aveva i capelli bianchi…». Come finirà?
L’altro racconto dal titolo “Dell’amore” è molto breve e delizioso. Qui la penna di Čechov descrive in maniera intensa e convincente la storia di un incontro esiziale. «Fino ad ora a proposito dell’amore è stata detta una sola indiscutibile verità, nella fattispecie che questo segreto è grande”. È con questa esclamazione che Alechin, un uomo istruito, che aveva ereditato dal padre una grande tenuta agricola e che viveva per riscattare dall’ipoteca la proprietà paterna, inizia a raccontare a Burkin e Ivan, due amici, della sua più intima pena, del “suo vagare come fa lo scoiattolo sulla ruota”, dell’amore capito forse tardi, forse tradito, o forse confuso con la felicità.
Sono due storie diverse, ma le trovo accomunate dalla bellezza narrativa, e dalla suggestione che l’amore non si faccia cercare e trovare, ma sia esso a trovarci, e di come l’astuzia sia un lazzaretto. Queste persone misurandosi con la verità della loro anima, si tolgono i loro vecchi vestiti.
In filigrana al primo racconto c’è la storia dell’amore di Anton Čechov per Lidia Avilova, un amore ricambiato e forte, ma i due decisero di non continuare a vedersi, per non far soffrire i tre piccoli figli di lei. Fu l’amico di Anton Čechov il grande scrittore Bunin, premio Nobel della letteratura, a svelare questo segreto: nel 1953, ormai vecchio, invalido e vicino alla morte, dettò un libro di memorie dedicato a Čechov (“A proposito di Čechov”) con cui rese omaggio alla memoria del suo amatissimo maestro e grande amico, e raccontò di questi lontani fatti.
a cura di Stefania Botturi