E’ una donna ormai ultraottantenne quella che ci racconta la sua vita attraverso i ricordi. E’ torinese, figlia di coniugi benestanti, ama i cavalli e la natura ed ha un carattere forte che non può emergere in superficie a causa della rigida educazione impartitale fin da bambina. Un’ educazione che le impone, per prima cosa, di sottostare alle decisioni del padre senza che possa compiere alcun atto di ribellione ed inoltre di nascondere i sentimenti e le emozioni che prova, poichè le apparenze sono tutto. Ed è per questo che un giorno è costretta a scegliere il suo futuro marito in una lista che contiene solo 5 nominativi della Torino bene d’inizio secolo. La scelta cade sul conte Francesco Villaforesta e i due convolano a giuste nozze. Ma la donna non è innamorata, non è felice, è intrappolata in questo matrimonio che non ha mai voluto. Un affascinante e misterioso italo-austriaco, Trott, è comparso, intanto, nei salotti dove si svolge la vita mondana dell’epoca e ha lasciato immediatamente un segno tangibile nel suo cuore infelice. Dopo la morte del fratello in guerra, la donna trova il coraggio di lasciare il marito e trasferirsi nella tenuta toscana che lui le ha lasciato in eredità. Lì, riuscirà a creare un’azienda vinicola che le permetterà di mantenersi e di riempire la sua solitudine. Per un periodo l’affascinante Trott tornerà nella sua vita, ma presto scomparirà nel nulla senza lasciare alcuna spiegazione. Ma la spiegazione c’è e viene alla luce solo adesso, forse per caso, o forse no. Ma comunque sia, le permetteranno di prendere consapevolezza che solo una persona l’ha sempre amata e protetta veramente, anche se solamente da lontano. Questa storia mi ha conquistata! Ha inizio nei primi anni del Novecento e ripercorre per intero cinquant’anni di vita dei protagonisti e molti eventi storici della nostra Italia: il fascismo, la seconda guerra mondiale e la scelta della Repubblica come forma di governo. Un intreccio tra finzione e realtà! Quello che mi ha più colpita è che tutti i personaggi abbiano un nome, ma solo la protagonista, e voce narrante, rimane nell’anonimato. Una scelta senz’altro curiosa da parte dell’autrice, Benedetta Cibrario! La scrittura è scorrevole ed è azzeccatissima, secondo il mio parere, questa alternanza tra presente e passato che ci permette di ricostruire pian pianino tutti gli avvenimenti come si fa con le tessere di un grande puzzle.
Anto Spanò