“Ho imparato che l’amore non sa né leggere né scrivere. Che nei sentimenti siamo guidati da leggi misteriose, forse il destino o forse un miraggio, comunque qualcosa di imperscrutabile e inspiegabile. Perché, in fondo, non esiste mai un motivo per cui ti innamori. Succede e basta. È un entrare nel mistero: bisogna superare il confine, varcare la soglia. E cercare di rimanerci, in questo mistero, il più a lungo possibile.” Conoscevo Ozpetek solo come regista e mi è sempre piaciuto molto. Leggendo questo libro, ho avuto la conferma che è un uomo di una sensibilità unica e di una conoscenza profonda dell’animo umano. Un uomo che racconta storie non scontate, in cui il protagonista è sempre l’amore, perché, come ripete più volte in quest’opera, “niente è più importante”. Il romanzo alterna il racconto di un regista turco che vive a Roma e che torna nella sua città natale per questioni famigliari, a quello di una donna italiana, di successo, sposata, che invece si reca a Istanbul per vacanza. I capitoli narrano i pensieri e le vicende dell’uno o dell’altra che hanno due vite completamente separate ma che in alcuni momenti si intrecceranno. Istanbul con il rosso dei suoi tramonti e delle proteste giovanili è lo scenario delle esperienze che vivono i due protagonisti, il cui centro delle riflessioni però è l’amore, l’amore impossibile ma anche quello vissuto, l’amore passato e quello presente, l’amore che non conosce differenze, l’amore che sceglie e basta.
recensione di IlibridiBoccadoro (instagram)