Questo è un romanzo che è stato pubblicato nel lontanissimo 1790 e per di più da una londinese. Nonostante ciò è ambientato nella mia Sicilia e, più precisamente, nella parte orientale dove si erge un castello imponente che è proprietà del marchese di Mazzini. Il marchese è vedovo, risposato con una donna che gli ha fatto perdere la testa e che riesce a fargli fare tutto ciò che vuole. Dalla primaromanzomoglie il marchese ha avuto 3 figli, Ferdinando, Emilia e Giulia. Dopo essersi sposato per la seconda volta, il marchese e la moglie si trasferiscono a Napoli insieme al primogenito Ferdinando, il quale crescerà in una città vivace e ricca di eventi mondani. Le due bambine rimangono al castello affidate all’educazione della signora Menon, grande amica della defunta madre. Quando si apre la narrazione, le due ragazze sono ormai cresciute. Sono ben educate e di animo nobile. Dopo la morte di uno dei servi fedeli al marchese, quest’ultimo ritorna precipitosamente al castello e vi si trasferisce portando con se anche illustri membri della corte di Napoli, tra cui il giovane Ippolito di cui Giulia si innamora follemente. Ma il padre ha deciso che la giovinetta divenisse moglie del conte di Luoro. E da qui iniziano una serie di peripezie. Giulia riesce a scappare e comincerà una lunga fuga e un continuo rincorrersi l’uno con l’altra, senza riuscire mai a ricongiungersi davvero. Però non preoccupatevi! Il lieto fine è assicurato! L’ambientazione settecentesca è affascinante: enormi proprietà, saloni immensi, giardini fiabeschi, cavalli, carrozze… La narrazione è scorrevole e la storia incuriosisce, anche perchè c’è un mistero da scoprire, una verità da riportare alla luce. Però…in alcuni punti è troppo melenso. Donzelle che svengono ad ogni piccola emozione, amori impossibili che portano alla morte…

Anto Spanò