“I capelli lunghi mi aiutavano a sognare come tutte le cose poco pratiche.” Bach, compositore e musicista tedesco del periodo barocco, è uno tra i più grandi geni nella storia della musica. Quando studiavo clarinetto, mi sfinivo sull’ “Aria sulla quarta corda” solo per suonarlo. Bach scriveva che la musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori. E’ un aforisma che si sposa bene con questo romanzo. La musica è cultura, arte, passione, disperazione, è un appiglio nel dolore, un posto sacro e privato dove poter respirare davvero. “Mi dissi che da quel momento sarebbe stato quello il posto dove incastrare cuore, cervello, polmoni.” Cecilia ha un violoncello, è giovane e testarda. La vita le ha dato pane, denti, ma anche qualche carie non sempre facile da eludere per masticare bene. Ci sono piccole soddisfazioni ma anche amare delusioni; ma la musica c’è sempre e il suo strumento diventa il suo miglior amico, il suo alter ego, la sua anima, una scommessa con la vita che solo lei può fare e forse vincere. “Suonare il violoncello è un modo di vivere. Devi avere la testa adatta.” Questo romanzo è una storia genuina, una storia di passione e di coraggio, intensa, forte e autentica come la musica di Bach.
recensione di Maria Valentina Luccioli