Il commissario Montalbano riceve una telefonata nel cuore della notte; dall’altro capo del filo c’è un certo Riccardino, che lo sollecita a raggiungere il gruppo nel luogo fissato per l’appuntamento. Montalbano capisce che si tratta di un errore, ma per vendicarsi per essere stato importunato a così insolita ora, promette che raggiungerà gli amici di lì a poco. Consapevole della scorrettezza appena compiuta, torna a dormire, per essere svegliato poco dopo da una seconda telefonata, questa volta proveniente dal commissariato, in cui gli si comunica l’omicidio di un uomo. Quando Montalbano giunge sul posto, si rende conto che il morto è proprio l’uomo con cui ha parlato al telefono poco prima. È tempo di iniziare l’indagine e di scoprire tutto sulla vita privata dell’uomo, nonostante la stanchezza del mestiere che, da qualche tempo, ha colpito il nostro amato protagonista. Se volessi definire questo ultimo capitolo della serie del Commissario Montalbano con una sola parola, l’unica che mi viene in mente e che mi sembra descrivere bene questo libro è “spiazzante”. Per quanto abbia cercato di immaginare il destino che l’autore avesse riservato al suo protagonista, mai avrei immaginato questo! Mi è piaciuto? Sì, senza alcun dubbio. Oltre che spiazzante, è particolare nella sua struttura e alquanto divertente. Camilleri è stato uno scrittore importante, che è riuscito ad inserire il protagonista nella realtà ed attualità siciliana con maestria, a creare un personaggio un po’ burbero, ma di grande onestà intellettuale, che avrà per sempre un peso rilevante nella letteratura contemporanea di genere.
Anto Spanò