Il cavaliere inesistente è Agilulfo, un paladino dell’armatura candida dentro la quale però non abita alcun corpo. Eppure è lui il servitore più affidabile e fedele che possa avere Carlomagno: non mangia, non beve, non deve riposare e non soffre delle caducità della natura umana. “E’ l’ora in cui le cose perdono la consistenza che le ha accompagnate nella notte e riacquistano poco a poco i colori, ma intanto attraversano come un limbo incerto, appena sfiorate e quasi alonate dalla luce: l’ora in cui meno si è sicuri dell’esistenza del mondo.” Calvino rapisce il lettore con la sua forza narrativa, tanto che la frase “anche ad essere si impara” racchiude in sé tutta la filosofia del romanzo. Un libro che fa riflettere, nel quale l’autore come un fantasioso maestro, affronta in modo ironico e coraggioso il tema della ricerca individuale della propria identità. “La pagina ha il suo bene solo quando la volti e c’è la vita dietro che spinge e scompiglia tutti i fogli del libro.” Avvincente, sorprendente e divertente! Buona lettura!
recensione di Maria Valentina Luccioli
Tornata in Italia la famiglia, a Sanremo, frequenta le scuole nella città ligure e, terminato il liceo si iscrive ad Agraria, ma interrompe l’Università per evitare l’arruolamento forzato e dopo l’8 settembre si unisce alle brigate partigiane nella Brigata Garibaldi.
Nel 1944 entra nel Pci e alla fine della guerra ne diventa militante attivo e Quadro.
Si iscrive e si laurea alla facoltà di lettere di Torino e nel frattempo inizia a collaborare a riviste (fondamentale il rapporto con il Politecnico di Vittorini) e quotidiani.
Entra a lavorare all’Einaudi e nel 1950 ne viene assunto definitivamente come redattore. Iniziano i questi anni le prime uscite dei suoi romanzi, tutti accolti con grande stima dalla critica internazionale.
Nel 1964 sposa all’Avana Esther Judith Singer e l’anno successivo nasce la figlia Giovanna.
L’anno successivo alla morte di Vittorini, cioè nel 1966, si trasferisce a Parigi con la famiglia.
Inizia poi a collaborare con il Corriere della Sera, quindi con La Repubblica su cui scriverà fino al 1984.
Nel 1978 muore la madre a 92 anni. Nel 1980 una raccolta dei suoi Saggi più importanti viene pubblicata con il titolo di Una Pietra Sopra e nello stesso anno si trasferisce a Roma.
Nel 1983 pubblica Palomar, una serie di racconti ricchi di “disillusa amarezza” e l’anno dopo presso Garzanti, pubblica Collezione di Sabbia.
Nel 1985 poiché invitato a tenere una serie di lezioni a Cambridge alla Haward University, prepara Lezioni Americane che verranno pubblicate postume nel 1988.
Colpito il 6 Settembre da ictus, muore a Castiglione di Pescaia nella notte fra il 18 e il 19.
Tra le sue opere principali troviamo Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente, Le città invisibili, Se una notte d’inverno un viaggiatore.