Il libro raccoglie una serie di articoli apparsi nel 1990, dopo 4 anni trascorsi a raccogliere le testimonianze, anzi di voci, come sono state definite dalla stessa autrice, di persone che hanno chiesto l’anonimato ma vogliono raccontare come siano stati ingannati: mandati a combattere per portare il progresso e l’Afghanistan nel XX secolo, ma in realtà sono stati testimoni e autori di atrocità indicibili. Acclamati come eroi sino a quando non si seppe la verità, allora classificati come assassini e quindi emarginati in modo particolare quei ragazzi a cui erano stati mozzati gli arti, alcuni avrebbero preferito morire, altri, invece, hanno conservato la loro voglia di vivere.

Romanzo crudo, duro che racconta le storie di questi ragazzi che hanno combattuto una guerra senza saperne nemmeno il motivo, emarginati dagli amici e in alcuni casi rinchiusi in istituti lontano dagli occhi in modo che non fossero testimoni viventi di qualcosa che tutti preferiscono dimenticare.

recensione di Cinzia Scanferla