Per descrivere questo libro bisogna partire dalla fine. E’ nell’ultimo capitolo, infatti, che l’autore ci spiega di aver appena raccontato, dopo aver trovato riscontri storici sulla veridicità di tutti i racconti che hanno popolato la sua infanzia, la storia di tutta la sua famiglia, a partire dall’antenato africano Kunta Kinte. Kunta Kinte viveva in un piccolo villaggio dove ha imparato a sopravvivere, a cacciare e a seguire le regole della tribù, ma durante una battuta di caccia è rapito e venduto come schiavo. E’ così che, dopo un viaggio allucinante, approda in America dove crea una propria famiglia e sarà il capostipite di numerose generazioni di schiavi …e non. Si deve proprio a Kunta Kinte l’istituzione della tradizione di tramandare a voce le gesta degli uomini di famiglia, che verrà mantenuta da tutti i suoi discendenti con grande orgoglio e partecipazione. E ci vorranno tanti anni prima che questa famiglia possa acquistare la libertà tanto sognata; tanti eventi si susseguiranno, tanti padroni si dovranno cambiare e tante separazioni non volute si dovranno subire. Un racconto accurato sul mondo della schiavitù e della sottomissione con una carrellata di personaggi indimenticabili. Un’altra saga familiare estremamente piacevole da leggere e a cui appassionarsi per capire quanto questi uomini e donne fossero considerati alla stessa stregua di un oggetto.
Anto Spanò