E’ un libro che precede l’orrore della seconda guerra mondiale. Ci troviamo a Trieste, principale porto dell’impero austro-ungarico. Città che fino ad allora era stata integrata nel Regno d’Italia, convivendo con diverse culture, la vede protagonista malcapitata su ciò che sarebbe avvenuto da lì a poco nella pulizia etnica dettata dal fascismo: tutto ciò che era sloveno, lingua, cultura, ed edifici, dovevano sparire. Qui vive Ema, una giovane slovena originaria del Carso, si aggira per la città piena di rabbia per la sua storia famigliare dolorosa e per tutte le difficoltà che incontra nel cercare un lavoro in una città che invece di portarla al riscatto, trova i muri alzati della discriminazione, e che per vivere doveva rinnegare le sue origini. Sarà l’incontro con Danilo sul molo Audace ad accendere un po’ di luce. E in quest’incontro che sfocerà nell’amore che Ema, entrando nella resistenza con Danilo, riuscirà a riscattare se stessa e il popolo sloveno. Questo libro è un romanzo d’amore, di tenacia e lotta per la vita di popoli definiti minoranza, ma che hanno reso unico il Bel Paese. Un romanzo descrittivo sui luoghi narrati ed è questo che mi è piaciuto di più, perché amo molto questa parte dell’Italia e rileggendo mi ha riportato alla memoria visiva tanti eventi vissuti in passato in questa, che io definisco, la più bella città d’Italia.
Elena Antonini