“Solo allora Stump si accorse che la bestiola non aveva che tre zampe. Il cane saltò e rincorse la palla per una decina di minuti, senza mai perdere l’equilibrio. Dopo un po’ Idgie lo riportò in casa ed entrò per salutare la donna dai capelli rossi. Tornò alla macchina e percorsero una stradina che scendeva fino al fiume. “Voglio chiederti qualcosa, Stump.” “Sì.” “Non ti sembrava che quel cane si stesse divertendo?” “Sì.” “Non ti sembrava felice di essere vivo?” “Sì.” “Aveva l’aria di uno che si fa pena da solo?” “No.” “Tu sei come un figlio e io ti amo al di là di ogni cosa. Lo sai, vero?” “Sì.” “Ma devi sapere anche un’altra cosa, Stump. Soffro da matti al pensiero che quest’oggi tu non abbia avuto più buonsenso di quel cagnolino.”

La mia Fannie Flagg con questo romanzo si è superata! Forse il più bel suo libro che ho letto con personaggi e trama unici. Avevo visto da piccola il film che ne è stato tratto nel 1991 e ne avevo un bel ricordo, ma leggere adesso di Idgie, Eveline, Ninny e gli altri abitanti di Whistle Stop mi ha emozionata. È una storia toccante, a tratti drammatica, che però lascia il cuore pieno di amore. Alabama, anni ’30; due donne aprono un Caffè e combattono la loro battaglia per chi è diverso, per colore, orientamento sessuale, deformazione fisica, religione, ecc… il loro messaggio di libertà crea una comunità molto unita non solo dalla vicinanza geografica ma anche da un affetto sincero, pronta ad aiutarsi in qualsiasi momento. Le vicende di questa frazione della città di Birmingham vengono narrate molti anni dopo a Evelyn, una donna frustrata dal suo ruolo di casalinga, madre, nuora sempre perfetta; e questo racconto rappresenterà la svolta della sua vita. Si parla di razzismo in questo romanzo, ma anche di omosessualità, di depressione economica e di depressione come malattia mentale. Eppure lascia nel lettore un’immagine di luce, di speranza e di affetto. È un libro che mi ringrazierete di avervi consigliato quindi… leggetelo!

 

Alessandra Micelli