Siamo nell’Inghilterra di inizio secolo. Arthur Hastings, voce narrante, è ospite della famiglia Cavendish nella sua ricca residenza.
Si tratta di una famiglia per così dire “allargata” e così composta: due figliastri, una matrigna, il secondo marito, assai giovane, di quest’ultima, nonché la moglie del primogenito John, la governante e una giovane donna, amica di famiglia.
Quando Arthur arriva, gli attriti fra i vari personaggi non sono poi così ben occultati e l’aria risulta già elettrica.
Ed ecco che accade l’imprevisto: Emily, la ricca padrona di casa, muore per avvelenamento.
utti sembrano avere qualcosa da nascondere e ciò aumenta la sensazione della loro colpevolezza agli occhi degli investigatori.
Ma per fortuna che c’è Poirot, poliziotto belga, attualmente in Inghilterra dove si è rifugiato dopo la guerra.
Il celebre investigatore indaga e grazie alle sue acute osservazioni e deduzioni riesce ad individuare facilmente l’identità dell’assassino, anche se prima di rivelarlo con un coup de theatre finale, dovrà agire con molta astuzia e circospezione…
Un investigatore simpatico ed acuto che ci coinvolge, ma non troppo, nelle proprie indagini personali e specializzato nei colpi di scena eclatanti dell’ultima pagina. Ma questa abilità è tutta della sua autrice, una maestra nel creare lo stupore finale.
Comunque, nonostante si tratti di un giallo intrigante che ci riporta alle indagini super complesse di Sherlock Holmes e Philo Vance, ho preferito “L’assassinio di Roger Ackroyd“, per il semplice fatto che mi ha lasciata a bocca più aperta.

Anto Spanò