Una normalissima giornata di scuola si trasforma in tragedia quando Charlie Decker, sospeso dall’istituto per aver aggredito un insegnante, rientra nella sua aula, uccide la professoressa che sta facendo lezione e prende in ostaggio i compagni.
Mentre la scuola viene evacuata, Charlie rimane impassibile di fronte ai suoi compagni allibiti. Dall’interfono intervengono prima il preside e poi lo psicologo e il capo della polizia, ma la dialettica di Charlie è vincente sulla personalità degli adulti.
Fuori dalla scuola si radunano poliziotti, tiratori scelti e una folla curiosa, ma Charlie non si arrende.
All’interno dell’aula, intanto, si dà il via ad una sorta di discussione che ha il sapore della terapia di gruppo, in cui lo stesso Charlie e gli ostaggi mettono in luce i propri lati oscuri.
Solo Ted si rifiuta di aprirsi e diventa la vittima del gruppo che, nel frattempo è diventato violento.
Questo libro è fuori dallo standard di Stephen King, non è un horror, ma un thriller psicologico che mette in evidenza il comportamento deviato del protagonista a causa della sua infanzia. Un bambino oppresso dalle figure genitoriali, non facile alla socializzazione, sviluppa un odio nelle profondità del suo animo che, a un certo punto non sa più gestire ed esplode nella violenza.
Assolutamente coinvolgente e geniale il dialogo tra Charlie e lo psicologo! Alla fine anch’io ci ho messo un attimo in più del dovuto per capire il tranello in cui il giovane aveva condotto il professionista
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Anto Spanò