Una lettura confusa, difficile, ostica, non al pari di L’amante o L’amante della Cina del Nord, di difficile approccio per chi non ha mai letto nulla della Duras. È una lettura sull’incomunicabilità, sulla consapevolezza che ogni uomo è un’isola, sull’interiorità ma anche sulla condivisione e sull’empatia. È un romanzo dal quale non riesci a staccarti di leggere, ma al tempo stesso è duro, secco tipico della Duras. Tratta di un incontro nato in un hotel e coltivato in una stanza. Una lettura non per tutti, originale e insolita ma che inizia con un incipit meraviglioso di cui me ne sono innamorata a prima lettura “Si tratta di un amore che non ha nome nei romanzi e non ha nome neppure per quelli che lo vivono. Di un sentimento che in qualche modo non sembra avere ancora vocabolario, costumi, riti. Si tratta di un amore perduto. Perduto, da perdizione.”
Luana Indelicato