“Certe nature alate, feroci e tranquille, sono fatte per i grandi venti. Esistono, le anime da tempesta.” Ho letto questo romanzo di Hugo con il gruppo di lettura Ad maiora, convinta dal fatto che l’autore mi ha regalato in passato emozioni fortissime con “I miserabili”. Ovviamente, questa opera non è all’altezza del capolavoro. La ragione è semplice: il vizio di Hugo di lasciarsi andare a esagerate digressioni politiche, storiche e descrittive. In questo romanzo, in particolare, gli approfondimenti che vanno oltre la trama costituiscono probabilmente il 70% del libro, rendendo la lettura davvero lenta. Un vero peccato, considerando che l’intreccio è meraviglioso. La vicenda coinvolge e i personaggi incarnano valori profondi. Lantenac, l’uomo del re e dell’onore antico; Cimourdain, rappresentante severo della Rivoluzione; Gauvain, il giusto mezzo che cerca di conciliare giustizia e legge. Ma anche i personaggi minori sono significativi e memorabili: poche volte ho sentito descrivere e interpretare meglio una madre, come fa Hugo in questo libro con Michelle Fléchard. Se il libro fosse stato solo questo, la trama, i personaggi, il finale che fa trionfare l’Uomo sulla Patria, sarebbe stato un romanzo da 10 e lode. Purtroppo troppe sono le parentesi (che parentesi non sono considerata la mole) in cui si ferma sui dettagli storici e non solo e quindi ho avuto troppo spesso la voglia di strappare le pagine in più e lasciare spazio solo a una storia meravigliosa.
Alessandra Micelli