Hai nascosto un fiore azzurro nei miei occhi
che nessuno possa trovarlo,
che nessuno mi tocchi,
si avvicini come il tempo e i suoi rintocchi
o mi veda camminare con nuvole sotto le suole.
L’assenza pulsa e non duole
cammino tra cieli e pozzanghere,
vendendo a buon prezzo
qualche scampolo di me ai mercanti biblici.
La coscienza ritratta indignata l’offerta.
Malattia venefica, scavi la buccia sofferta
e una speranza vanifica la resistenza,
crepe stoiche si flettono in silenzio.
Mando giù anni e giorni, insultando la sete
trangugio fallimenti e sollevo in estasi disperata
il mio calice colmo di pretese, centellinato
con boria assuefatta.
Sono l’ultima arrivata e non ricordo
di essere mai partita,
io vivo e tutti sembrano ectoplasmi felici.
Un sorso, un altro, la carne è molle,
il cuore armonica per pareti tristi,
gli occhi finestre per ricordi mai visti.
Una pietra bianca, un fiore azzurro
un canto per regalarmi pace…
tu, che manchi.
Seducimi, male senza morale,
prendi ciò che vuoi, seducimi e poi taci.
Sono io che non so conquistarmi.
Mirela Stillitano
Estratto da “L’amore immaginato cantato alla luna” Leonida Edizioni, 2015