Il libro ha come protagonista Evelyn McHale, una ragazza morta suicida a soli 23 anni gettandosi dall’ottantaseiesimo piano dell’Empire State Building. E’ una ragazza come tante, non ha notorietà ma come se la Morte la volesse rendere immortale. Divenne infatti famosa per una fotografia scattata e pubblicata in una delle riviste più famose di New York: il suo corpo, come se avesse fatto una piroetta, come se fosse stato adagiato, fu visto sopra un’auto con le gambe semi accavallate e con la mano che stringeva le sue perle. Era come addormentata. E nonostante la funebre situazione, la sua figura comunica una bellezza viva. L’autrice racconta la sua storia, cerca di immaginarla, partendo dal biglietto che fu trovato addosso a Evelyn. Nel racconto ci sono anche i nomi delle persone a lei, più o meno collegate. Una sorta di reportage, ma narrato come un romanzo. La cosa che mi ha fatto riflettere non è solo la depressione o un eventuale disturbo bipolare della ragazza, ma il fatto che su alcuni aspetti io sia riuscita a ritrovarmi, perché l’autrice riesce a scavare l’animo umano. Il titolo Non sarò mai la brava moglie di nessuno, questa voglia di scappare da una volontà che ti impone la società e che non riesci a sfuggire a questo destino se non con la morte. Mi riconosco sulla parola brava, perché il titolo non poteva essere semplicemente: non sarò mai la moglie di nessuno? No, c’è questo brava di mezzo, come se una donna è amata soltanto fa le cose per bene. Ogniqualvolta Evelyn vede il suo ragazzo follemente innamorato, le scatta dentro una sorta di ribellione, si sente oppressa, vuole scappare e gli dice: mi ami ugualmente ora che sono andata fuori di me? Questo suo fuggire va spiegato nel suo passato, forse nell’abbandono da parte della madre di lei e dei suoi fratelli. Tuttavia, non è soltanto questo. Non consiglio il libro per dare un giudizio sul carattere e/o l’anima di Evelyn, bensì consiglio di leggere questo libro, per scavare nelle nostre ombre. Sia per l’argomento trattato sia per lo stile di scrittura, do il massimo dei voti.
Elena Antonini