“Nessuno è provvisto del difficile coraggio sufficiente ad ascoltare le cose che ci donano un’autentica vita appassionata.” Frieda è sposata e madre di tre figli quando nel 1912 incontra David Herbert Lawrence (che lei chiamerà sempre Lawrence), proletario bohemien all’inizio della sua carriera e non ha dubbi quando decide di lasciare tutto per fuggire con lui e diventare la sua musa (sarà Ursula in “Donne innamorate”, Harriett in “Canguro”, Connie in “L’amante di Lady Chatterley” solo per portare alcuni esempi). “Qualsiasi cosa sia avvenuto sulla superficie della vita quotidiana, vi è sbocciata la certezza dell’inalterabile vincolo che c’era tra noi…” Con pochi mezzi, abitando case provvisoriamente arrangiate, viaggiano dall’Italia al Kent, all’America, all’Australia fino al New Mexico. “Non io, ma il vento…” (sono i primi versi di una poesia di Lawrence dedicata a Frieda) è un diario di viaggio scritto con stile asciutto e senza sentimentalismi. E’ un inno all’amore – seppur a tratti edipico-, alla tenerezza, al lasciarsi andare alla vita per viverla in tutta la sua pienezza. “Io non avevo vissuto, prima di vivere con Lawrence.” Consigliato agli amanti dei suoi romanzi, per poter scoprire un lato diverso dell’autore e… ai curiosi come me! Buona lettura!

recensione di Maria Valentina Luccioli

Traduttore: A. De Nicola
Editore: Avagliano
Anno edizione: 2003
In commercio dal: 1 marzo 2003
Pagine: 256 p., Brossura
  • EAN: 9788883091261
  • euro 12,50