“Nessuna scusa, nessun alibi. Solo la noia e la certezza che la vita sia altrove, che da un’altra parte esista una complicità perfetta, che quei capricci non siano dettagli ma cose essenziali… E che nulla conti più di poter condividere la stessa emozione davanti a un quadro di Monet o a un verso di Aragon.”
Un altro romanzo consigliato da Federico, un amico e accanito lettore. Un libro intrigante, che ti tiene incollato alle pagine fino alla fine. Il mistero da risolvere (vi assicuro che sarà difficile che riusciate a capire la soluzione prima della ultime venti pagine) è legato a tre personaggi femminili: una bambina impaurita piena di talento per la pittura, una giovane maestra con un gran desiderio di libertà e di avere un figlio, e un’anziana scorbutica inacidita dal passato e da un marito ormai morto ma che odia ancora. Il racconto si svolge dunque su tre livelli, strettamente legati fra loro. C’è un omicidio (anzi tre) che potrebbe avere tre moventi: quello passionale, quello economico e quello legato a un figlio illegittimo. Tutta l’intricatissima trama è condita dal contesto: Giverny. Il paesino di Monet fa da sfondo alla storia, portandoci in un ambiente pittoresco eppure pieno di angoscia per come viene presentato. Nonostante i fiori, i ruscelli e i campi, si percepisce in ogni angolo un segreto orribile, un’ostilità e un senso di oppressione e di claustrofobia. La pittura e in particolare i quadri di Monet sono protagonisti nel libro, dandogli sicuramente una spinta in più (del resto l’impressionismo è la mia corrente artistica preferita). Avete letto questo romanzo noir? È piaciuto anche a voi vero?
Alessandra Micelli