Avevo grandi aspettative dalla vincitrice del premio Dea Planeta dello scorso anno, nonché finalista al premio Strega del 2013. “È un’idea geniale”, mi dicevano, “la Sparaco ha scritto una storia autentica ed emozionante”. Be’, devo dire che in questa storia di originale ho trovato ben poco. La vicenda parte da un fatto di cronaca realmente accaduto (l’incendio di un palazzo a Berlino) e racconta le storie di vita dei condomini sorpresi dal fuoco. Non capisco dove risieda l’originalità, dal momento che l’autrice non ha fatto altro che ispirarsi ad un fatto realmente accaduto per narrare l’esistenza di coloro che ne sono stati coinvolti, che è più o meno quello che succede in ogni romanzo. Nei romanzi profondi però, quelli che funzionano ed emozionano sul serio, le vicende dei personaggi in qualche modo si intrecciano e, anche quando non lo fanno, riescono a toccare le corde più intime del lettore, o a creare una sorta di empatia che, se non si sviluppa grazie a una trama particolarmente accattivante, deve per lo meno reggersi sulla costruzione dei personaggi. Nel caso specifico, ho avuto l’impressione che niente di tutto questo fosse presente. Ho trovato piuttosto una serie di storie narrate senza coinvolgimento, infarcite di una buona dose di sentimentalismo che, nelle intenzioni dell’autrice, dovrebbe rendere la narrazione più sentita, e invece hanno il solo effetto di imbottire il lettore di una dose di zucchero non richiesta. Ho dimenticato i personaggi ancora prima di chiudere il libro e arrancato nella lettura per buona parte del testo. Sconsigliato.

Stefania Russo