Su richiesta del commissario Coronas, la recalcitrante Petra Delicado, ispettore di polizia nella città di Barcellona, è costretta ad apparire in tv per una intervista che mostri il volto umano del corpo di polizia. Nei giorni successivi all’intervista cominciano ad arrivare in commissariato tutta una serie di messaggi indirizzati proprio a Petra, la quale, stupefatta dal potere dei media, si appresta a leggerli con pazienza infinita. Tra i vari messaggi, spicca un pacchettino di piccole dimensioni senza mittente, il cui contenuto lascia Petra e il suo vice Fermin senza parole: si tratta di un pene evirato chirurgicamente. E non sarà l’unico ad arrivare… Inizia un’indagine per capire cosa stia succedendo, ma, nonostante i piccoli indizi trovati in ogni pacchetto, le indagini rimangono bloccate per lungo tempo: non ci sono cadaveri, non ci sono denunce di nessun genere. Ma poi gli eventi cominciano a succedersi uno dopo l’altro: un cadavere mutilato, uno strano ragazzo con il casco che sembra indirizzare gli investigatori, un suicidio, un cliente russo di una cava di pietre. Petra, seguendo solo un nesso sottile tra gli eventi, inizia a mettere insieme i pezzi, giungendo persino ad indagare in Russia. Quando ormai è tutto chiaro, ci sarà ancora da affannarsi per far parlare testimoni reticenti e salvare un collega…. Questo terzo episodio della serie dedicata a Petra Delicado l’ho trovato migliore dei due precedenti. L’indagine è complessa, ci sono nodi da slegare fino all’ultimo e il ritmo è buono. Ottimo invece, così come nei precedenti, il rapporto tra Petra e Fermin, caratterizzato da battibecchi continui, rivendicazioni femministe, desiderio di protezione, risate, momenti di complicità e un’amicizia sempre più sincera!
Anto Spanò