Nella Gran Bretagna del 19° secolo, esattamente a Mansfield Park, vive la ricca famiglia Bertam. Lady Maria Bertram ha due sorelle, Mrs Norris e Mrs Price. La prima è una donna benestante, ma avara e superba; la seconda è andata in sposa a un uomo di umili origini e dal brutto carattere, da cui ha avuto molti figli. A causa del numero così alto dei membri della famiglia e delle condizioni disagiate in cui vivono, i ricchi zii di Mansfield Park accolgono nella loro casa una delle bambine, Fanny. Fanny cresce, quindi, in un ambiente ricco e tra gli agi, ma nessuno, la zia Norris in modo particolare, le permette di dimenticare che è stata accolta in quella casa per la magnanimità dei parenti e che non sarà mai allo stesso livello dei cugini Bertram. La ragazza cresce sottomessa, ma ha un buon carattere e non sa covare né odio, né rancore. L’unico che si mostra davvero generoso con la cugina è Edmund, figlio cadetto di casa Bertram, presto destinato alla vita religiosa. La vita a Mansfield Park scorre serena fino all’arrivo dei fratelli Crawford, Mary ed Henry. Mary punta al cuore, ops! volevo dire alle ricchezze, di Edmund, mentre Henry affascina le due giovani sorelle, per poi scegliere Fanny. Ma Fanny è una creatura pura e non ha intenzione di legare il suo destino a chi non è sincero. E poi nel suo cuore c’è già Edmund… Dopo un breve ritorno presso la sua famiglia d’origine, Fanny si rende conto che la sua casa è ormai Mansfield Park. E’ lì che è cresciuta e, sebbene si consideri inferiore ai cugini, considera la dimora dei Bertam la sua casa, quella dove vuole continuare a vivere. Uno scandalo familiare l’aiuterà a ritornare. Ma stavolta sarà diverso; anche i Bertram si sono resi conto del valore della ragazza e del fatto che ormai faccia, a pieno titolo, parte della famiglia. Il lieto fine è assicurato… Dopo un inizio un po’ difficile, in quanto non riuscivo a familiarizzare con i personaggi di questo libro, la storia mi ha presa molto. Ho trovato molto divertente la parte in cui si cerca di organizzare un’opera teatrale a Mansfield Park e l’insuccesso dovuto al ritorno improvviso del capofamiglia, uomo rigido, fedele ai principi morali e desideroso di non suscitare scandalo in società. Mi è piaciuta molto anche la trasformazione caratteriale di quest’ultimo; alla fine non era poi così rigido e insensibile, anzi… Ho odiato profondamente Mrs Norris e la sua superbia e mi ha urtata non poco la quasi perfezione di Fanny. Il quasi ci sta d’obbligo, poichè anche lei non è priva di difetti e dimostra un po’ di altezzosità quando si vergogna della sua famiglia d’origine. Un po’ troppo melenso il finale per i miei gusti, ma, quando l’autore o l’autrice ti fanno provare così tanta empatia nei confronti di personaggi mai esistiti, non può che definirsi un libro ottimo. Anche se…continuo a preferire il caratteraccio di Emma.

Anto Spanò