Un libro brillante, che porta la fantascienza al di fuori della letteratura di intrattenimento e mostra come pur parlando di androidi e di un futuro distopico si possano raggiungere profondità inattese. Il tema della natura dell’uomo e di cosa ci renda umani qui è trattato in maniera filosofica, l’intero concetto di empatia è geniale e sfuggente, si presta a tante interpretazioni e suscita nel lettore riflessioni e turbamenti. Il rovescio della medaglia è che è un romanzo lento, che si prende i suoi tempi e non certo di facile lettura: la trama avanza lentamente ed è molto scarna, e siamo catapultati immediatamente in questo mondo apocalittico senza un po’ di contesto che ci aiuti ad orientarci. Le scene di fusione con Mercer poi le ho trovate un po’ troppo nebulose e misticheggianti, avrei preferito un approccio più razionale. Al di là del coinvolgimento, che è una questione puramente soggettiva, non si può negare che quest’opera sia una pietra miliare della fantascienza e della letteratura in generale, quindi peccato per la mancanza di entusiasmo, ma è un’esperienza che sono felice di aver fatto e che comunque consiglio.

Giulia Pontecorvo