La storia prende vita dopo aver letto un manoscritto dell’autrice che ha lasciato nel suo testamento. Violette racconta della vita nel suo villaggio in alta provenza, Francia. Villaggio isolato che nel 1852 viene invaso dalle truppe di Luigi Napoleone Bonaparte, gli uomini vengono arrestati, alcuni fucilati altri deportati. Per due anni non si vedono uomini in questo paese di donne sole e bimbi. Donne sfinite dal lavoro nei campi, donne sfinite dai lavori nelle stalle, senza amore, senza risorse. Le donne di questo villaggio stipulano un patto: il primo uomo che apparirà, sarà l’uomo che ripopolerà il villaggio e loro, le donne, se lo dividerenno così da poter ridare vita (e figli) al villaggio. Con la fine della prima guerra mondiale oramai ottantenne Violette decide di raccontare questa storia e di lasciarla in eredità alla nipote maggiorenne . Ben scritto, scorrevole a volte strano, ma vero. Unica nota negativa la postfazione della Parrella che insinua che la storia non sia vera. …ai posteri l’ardua sentenza….
Raffaella Adinolfi