Questo libro mi è capitato tra le mani per caso, cercando tra i remainders di un sito che si occupa della vendita di libri online. Il protagonista è Sol Nazerman, un ebreo scampato ai campi di concentramento. Ma è un uomo che ha perso tutto: moglie, figli e soprattutto la voglia di vivere. Sol non vive, ma sopravvive. Si è costruito una specie di corazza, è convinto di non poter più amare e ogni giorno rappresenta per lui un passo faticoso verso la fine. La morte, quella fisica (quella della carcassa, come lui stesso la definisce)è quasi invocata, ma nello stesso tempo Sol si rende conto di essere morto dentro, nell’attimo in cui ha messo piede dentro il lagher, è entrato in contatto con la sofferenza, ha visto montagne di corpi ammassati l’uno sull’altro ed è sopravvissuto alla sua famiglia. Adesso è diventato l’uomo del banco dei pegni in America, lontano da quell’Europa che ha perseguitato la sua “razza”, che ha atrocemente assassinato migliaia di persone innocenti. Al banco dei pegni usa modi bruschi, non permette a nessuno di abbattere le sue difese e poi…Poi una donna comparsa all’improvviso comincia ad aprire un varco nel suo cuore indurito e, quando ormai si trova di fronte alla morte, inaspettatamente qualcuno si mette tra lui e la pallottola mortale. E allora il dolore riemerge improvviso e si scioglie in un lungo pianto altrettanto improvviso, quanto inaspettato! Ottimo romanzo, scrittura semplice e coinvolgente. Il lettore è partecipe al dolore del protagonista, vive con lui un’attesa angosciosa ed è lacerato dai suoi ricordi dolorosi.

Anto Spanò