Ambientato in Inghilterra all’inizio del 1700, Ursus è un girovago che vagabonda da una città all’altra e intrattiene il pubblico con i suoi spettacoli. È accompagnato dal suo inseparabile cane lupo Homo. Il saltimbanco ha un aspetto trasandato, questo nasconde un personaggio di elevata cultura e di bontà d’animo. Un giorno alla sua porta bussano due orfani, Gwynplaine un bambino con un ghigno “cucito” che tiene in braccio una neonata di nome Dea. Questa stravagante compagnia diverranno una famiglia unica e solidale. Victor Hugo oltre ad essere tra i più eccellenti romanzieri della storia della letteratura è stato un grande conoscitore della psiche e dell’anima umana. In quest’opera delinea ed esalta il grottesco, “l’uomo che ride” è l’alter ego del Quasimodo del Notre Dame de Paris del medesimo scrittore. Ridisegna così il dualismo tra apparenza e realtà, come anche in Jean Valijean principale interprete letterario de I Miserabili ne incarna la contrapposizione. In questo romanzo straziante, Hugo racchiude tutte le qualità di grande narratore con un insieme di emozioni, atmosfere cupe e dettagliate descrizioni. È una lettura che richiede impegno ed attenzione per il linguaggio a volte forbito e arcaico, ma questa è una peculiarità dei grandi classici. Questo romanzo è anche un grande saggio storico. Hugo descrive la società e la monarchia inglese del XVIII secolo raffrontandola con quella francese. I Miserabili è tra i più grandi romanzi esistenti. La sua grandezza ingiustamente offusca L’uomo che ride. Da molti lettori viene quasi dimenticato e considerato un romanzo “minore” dello scrittore francese. Dissento da questa tesi e ritengo L’uomo che ride degno di fare parte del Pantheon della letteratura.

 

Antonio Martino