Una storia intensa di sentimenti, un’opera di denuncia verso il degrado in cui versava l’Inghilterra del 700 e di come la nobiltà passava oltre senza pietà.
Magnifiche le descrizioni di Hugo dalla prima a l’ultima pagina… Hugo scrisse L’uomo che ride, romanzo di ambientazione inglese, in sedici mesi mentre viveva a Guernsey, dopo essere stato esiliato dalla Francia per ragioni politiche. Il titolo originario del libro era Per ordine del re. “Per ordine del re” è rimasto il titolo della seconda parte dell’opera. Hugo condensa in questo straziante romanzo le sue caratteristiche più salienti, dando vita a un brulicante intreccio di tetre atmosfere, circostanziate descrizioni, ampi excursus e articolati soliloqui, per una lettura impegnata e impegnativa, ma di un’intensità e una ricchezza rare. Ancora una volta questo emerito autore attinge dagli strati più umili della società, dai quei suoi “miserabili” rappresentanti la vera umanità, degna di essere raccontata. Dietro l’aspetto ripugnante di Gwynplaine, sotto quel suo eterno e malinconico ghigno, al di là sua condizione di saltimbanco si cela un personaggio dall’intensità disarmante, che non si può non amare e le cui sventure non possono lasciare indifferenti. Questo sfaccettato caleidoscopio di eventi si mescola adeguatamente alla squisita raffinatezza del linguaggio, tipica del periodo e ancor più di questo specifico scrittore.