Chi è il protagonista di questo breve romanzo? E’ un uomo, un uomo qualunque del quale abbiamo pochissime informazioni perchè non è importante conoscere la sua storia. Ciò che è importante è che è stato condannato a morte, che sarà assassinato dallo Stato con quell’atroce supplizio che è la ghigliottina. Si dice che questo sia il mezzo migliore, quello meno doloroso. Ma chi può avere questa certezza? Possibile che una lama affilata a contatto con il corpo umano non causi dolore? Si dice che sia anche questione di un attimo. Un attimo? E i giorni precedenti all’esecuzione capitale? Possibile che quelli non siano considerati una tortura?! Eppure i giorni, le ore e poi i minuti che trascorrono, a volte lenti, a volte troppo veloci, sono angosciosi per il fisico e per la mente! Questo romanzo è il mezzo congeniale per lo scrittore che vuole denunciare con forza, e senza dubbio alcuno, la barbarie e l’ingiustizia della pena di morte. E oltre che con forza, lo fa con passione e con maestria tali da indurre il lettore ad accompagnare il condannato verso il patibolo, condividendone gli affanni, le angosce e le paure.
recensione di Antò